martedì 5 agosto 2014

JAN CEULEMANS

In uno dei nostri primi articoli ci eravamo occupati della figura del "finto centravanti", ruolo che è divenuto oggigiorno conosciuto come "falso nueve".
Nel nostro precedente scritto abbiamo esaltato un giocatore come Hidegkuti, descritto come il vero pioniere di questo modo di giocare ed autentico maestro nella sua massima interpretazione.
Inoltre abbiamo rintracciato nel gioco voluto da Pep Guardiola una riproposizione di tale atteggiamento tattico, che spiega l'origine spagnola del nome in questione.
Appare però evidente come tra tali apici storici vi siano stati altri casi accostabili a tale modello, rendendo tale atipica quanto efficace mossa tattica mai superata e vincente.
La necessità di ampliare i compiti della punta e la volontà di togliere riferimenti agli avversari, hanno portato molti allenatori a considerare tale impostazione; tuttavia non è facile trovare giocatori disposti a tale faticoso ruolo o altri in possesso delle giuste caratteristiche per garantire i risultati sperati.
A tal proposito sembra corretto citare Jan Ceulemans come una delle espressioni più vicine a tale concetto, dato che per quasi 20 anni ha combinato una grande forza fisica, propria di una punta, ad un senso tattico vicino a quello di un centrocampista.


Nato in Belgio nel 1957, sin da subito mette in mostra doti eccezionali nel Lierse, squadra della sua città natale, Lier, cittiadina delle Fiandre vicina ad Anversa.
In tale contesto si guadagna ben presto l'accesso alla prima squadra, venendo impostato alternativamente come seconda punta o trequartista.
A soli 21 anni e dopo ben 110 presenze, riceve l'offerta del Bruges, che rimane colpito dalle sue eccezionali prestazioni e dai sui 39 gol nelle suddette apparizioni.
Ceulemans risulta abilissimo nei movimenti, non permettendo al diretto avversario di interpretarne le intenzioni e le successive giocate. 
La sua impostazione sembra quella di un vero e proprio centravanti, caratterizzato da un fisico estremamente prestante e da un'ottima tecnica individuale.
Quello che lo caratterizza è la sua abilità nello sfuttare ogni zona del reparto offensivo, amando partire da lontano quanto inserirsi con profitto nell'area di rigore.
E' in possesso inoltre di doti atletiche di grande livello, che lo facilitano nei 16 metri avversari e gli consentono di reggere l'urto con gli avversari, potendo anche superarli con poderose azioni personali.
Calcia preferibilmente con il sinistro e riesce sempre ad imprimere grandissima potenza alle sue conclusioni.
I quasi 190 centimetri di altezza lo rendono molto temibile nel gioco aereo, qualità che esprime maggiormente con intelligenti inserimenti in area, difficilmente letti dalle difese avversarie e resi letali dalla sua fisicità.
In sostanza è una chiave tattica importante per la sua squadra, permettendo uno sviluppo del gioco vario e di qualità, unito ad un ottimo feeling con il gol.
Un particolare divertente ricade nei suoi calzettoni: molte volte si trova ad iniziare la partita con gli stessi perfettamente indossati, salvo poi farli scivolare alle caviglie a furia di corse e contrasti per il campo.
Ovviamente il Bruges compie un salto di qualità tesserandolo nel 1978.


La squadra blu-azzura torna al successo in campionato un anno dopo il suo arrivo, distanziando lo Standard Liegi di 4 punti.
Tale successo rappresenta il primo di 4 affermazioni con la popolare compagine belga, unita a 2 Coppe del Belgio e ben 5 Supercoppe nazionali.
Nonostante un ottimo palmares appare evidente come nella sua personalissima bacheca manchi un successo internazionale.
In questo caso entriamo in un ambito particolare della sua lunga ed eccezionale carriera: seppur ritenuto per anni uno dei migliori attaccanti europei, non riesce ad imporsi in nessuna competizione al di fuori dei confini belgi, sia con il Bruges che con la magila della nazionale.
Con il proprio club partecipa a modeste apparizioni nelle Coppe Europee, suddivise tra eliminazioni nei primi turni in Coppa Campioni e Coppa delle Coppe.
A livello personale segna all'esordio nella massima competizione europea, nel 2-1 contro il Wisla Cracovia. Si ripete anche al ritorno in Polonia, ma il Bruges perde 3-1 e viene eliminato al primo turno.
Nonostante la squadra non sia altamente competitiva nel contesto europeo, le giocate di Ceulemans la trascinano alla semifinale di Coppa Uefa nella stagione 1987/1988.
Il forte attaccante realizza reti importanti per ottenere pesanti rimonte in quasi tutto il cammino. La prima contro la Stella Rossa, dove i bluneri vincono il ritorno per 4-0 trascinati dal proprio capitano, schierato con il numero 6.


Ancora più significativa è quella contro il Borussia Dortmund scaturita in un 5-0 a seguito della sconfitta per 3-0 in Germania. E' proprio Ceulemans ad aprire le marcature nel match di ritorno, dando il via alla goleada.


L'avventura viene interrotta dall'Espanyol, che in casa si impone per 3-0, ribaltando il 2-0 dell'andata aperto ancora dalla rete della punta belga.
Tolta un'altra semifinale di Coppa delle Coppe nella stagione 1991/1992, la sua ultima da giocatore, non ci sono particolari soddisfazioni europee da segnalare, in controtendenza a quanto fatto in patria e ad una rosa di discreto livello. 
Si dimostra estremamente fedele ai colori blu e neri, non prendendo in cosiderazione le invitanti offerte provenienti dai maggiori campionati europei.
Nell'estate del 1980 l'ambizioso Milan tenta di ingaggiare il giocatore, trovando persino un accordo con lui e con il Bruges.
A sorpresa, però, quando tutto sembra definito, Ceulemans cambia idea e rifiuta il trasferimento: voci mai confermate rivelano che sarebbe stata la madre del giocatore a convincerlo a non andare in Italia. A differenza del club le cose vanno diversamente in nazionale, dove Ceulemans e compagni scrivono le pagine ed importanti del Belgio fino ai giorni nostri.


La sua avventura con i "diavoli rossi" incomincia nel 1977, ma la rassegna dove imprime il suo nome nella storia è l'Europeo 1980, organizzato dall'Italia.
La squadra allenata da Thys è di ottimo livello e può contare su altri importanti giocatori, quali Jean Marie Pfaff, Juliean Cools, François Van der Elst, Erwin Vandenbergh e via dicendo.
Rispetto a come gioca nel Bruges, in nazionale i suoi movimenti sono da vera e propria punta, muovendosi in tandem con l'attaccante centrale.
A conferma di tutto ciò vince il proprio girone, pareggiando contro Inghilterra ed Italia e battendo la Spagna.
La partita contro la squadra inglese termina 1-1 ed il gol belga è realizzato proprio da Ceulemans al 29°, 3 minuti dopo il vantaggio di Wilkins.
In finale l'avversario da battere è la Germania, che si impone per 2-1 con gol tedesco di Hrubesch arrivato a 2 minuti dalla fine.
Ovviamente la delusione è tanta per il Belgio, ma la finale conquistata rappresenta il miglior risultato ottenuto in un campionato europeo.
Due anni più tardi Jan Ceulemans fa il suo esordio nella Coppa del Mondo, nella partita contro i campioni in carica dell'Argentina. La compagine belga vince 1-0 a sorpresa ed ottiene il primo posto nel raggruppamento, passando al turno successivo contro Polonia e URSS. Le belle prove offerte nelle prime tra partite sono un lontano ricordo ed il Belgio perde entrambi gli incontri, uscendo dalla competizione.
Ancora più sfortunati sono i campionati europei del 1984, dove la squadra di Thys non passa il girone, subendo anche un umiliante 5-0 dai futuri campioni della Francia.
Per Ceulemans c'è la parziale soddisfazione di realizzare il suo primo ed unico gol in tale torneo, segnando il gol del vantaggio nell'ultima gara contro la Danimarca.
Quella che sembra un ritorno all'oblio per la nazionale si trasforma nel 1986 nel miglior mondiale di sempre per il Belgio.
L'attaccante del Bruges arriva all'appuntamento al topo della carriera e a 29 anni viene insignito del titolo di capitano.
Dopo aver passato il turno solo come miglior terza, la squadra si trasforma letteralmente nella gare ad eliminazione, arrivando sino alla semifinale.
Appassionante la gara degli ottavi di finale, dove l'URSS viene battuta per 4-3, grazie anche al primo gol di Ceulemans nei campionati del mondo.
Nei quarti l'avversario è la Spagna che viene battuta ai calci di rigore, essendo il match terminato 1-1. La rete belga porta ancora la firma dello scatenato attaccante.


In semifinale Diego Armando Maradona segna due gran gol e porta la sua Argentina in finale, lasciando al Belgio la finale per terzo posto.
La squadra arriva stanca all'appuntamento e la Francia si impone per 4-2, nonostante Ceulemans porti in vantaggio i suoi all'11° minuto.


Per lui si chiude un mondiale da protagonista, imprezziosito da 3 gol e dalla nomea di giocatore che non molla mai, culminato nel soprannome "capitano coraggioso".
Saltati gli europei del 1988, causa un disastroso girone di qualificazione, Ceulemans ha l'ultima grande occassione con la propria nazionale: il Mondiale del 1990 giocato in Italia.
Inserita nel girone con Spagna, Uruguay e Corea del Sud, la rappresentativa belga chiude il girone al secondo posto e per Ceulemans c'è la soddisfazione di un gol nel 3-1 contro la squadra sudamericana.
Negli ottavi la squadra da affrontare è l'Inghilterra che ottiene la qualificazione al 119° con un gol di Platt.
Con la fine del Mondiale si chiude il rapporto con la nazionale, che parla di 23 reti in ben 96 partite, rendendolo primatista per presenze in nazionale.
Due anni più tardi termina la carriera, lasciando al Bruges la pesante eredità di 407 presenze e 196 gol.
Le caratteristiche evidenziate lo rendono uno dei più forti giocatori degli anni '70/'80 e solo la sfortuna lo ha privato di quei successi europei che avrebbe ampiamente meritato.
Nonostante questo particolare, il suo nome viene ricordato qualora si voglia citare un giocatore completo, potente, prolifico e dal grande carattere.


Se Hidegkuti è stato il primo "falso centravanti", Ceulemans lo si può definire, bonariamente, una "falsa seconda punta", solo di fatto radicata al ruolo di attaccante ed incline a fare di tutto il campo il suo riferimento.



Giovanni Fasani

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