venerdì 19 dicembre 2014

LA CORONA CAMBOGIANA

Quando pensiamo alla Cambogia (lo so, molto raramente nella vita), lo facciamo ricordando la sanguinosa dittatura degli anni 70 che spezzò le vite di moltissimi innocenti e diede al paese un significativo cambio epocale.
Fino a quel momento il paese viveva in una situazione molto tranquilla; l'economia, seppur per la maggior parte dipendente dalle coltivazioni, era stabile ed a tutto ciò anche il calcio viveva i momenti migliori del piccolo stato asiatico.
Gli anni 50 e 60 sono stati i migliori in Cambogia anche se non vi era una lega professionista, lo sport era molto popolare a discapito dei risultati che mai arrivavano (il miglior piazzamento è il 4° posto alla Coppa d'Asia del 1972).
Dopo vari di anni in cui la popolazione ha dovuto ricostruire le macerie della dittatura, nel 2000 la federazione ha dato vita alla nuova Premier League, una svolta epocale per il calcio locale.
Molti impresari hanno investito nella nuova competizione, non da meno la rete di telecomunicazioni Samart che ha fondato, nel 2002, il Samart United, meglio conosciuto oggi con il nome di Phnom Penh Crown.



I risultati del Samart sono stati sin da subito abbastanza gloriosi. Guidati dall'allenatore-giocatore Hok Sochetra, celebre attaccante in patria, hanno conquistato subito il titolo al primo anno e partecipando poi all'Asean Club Championship, una sorta di torneo riservato alle squadre di minor ranking del continente asiatico. Disputatosi solo due volte, è andato in archivio nel 2005.
Dopo un paio di anni in cui sono mancati sponsor ed investimenti (la Samart si è tirata indietro) arriva il primo cambio di nome, viene mantenuta la parola United ma Samart si trasforma in un semplicissimo Hello.
Il cambio di nome non ha però portato fortuna alla squadra biancorossa, arrivata seconda in campionato ma comunque sicura di partecipare alla successiva AFC President's Cup, vetrina molto importante soprattutto per le squadre meno abituate a stare a grandi livelli.
Guidati dal suo bomber Hok Sochivorn, fratello dell'allenatore-giocatore, sono stati eliminati al primo girone, conquistando tuttavia una bella vittoria per 2-1 contro il WAPDA, squadra pakistana.


Nella stagione 2006 la squadra ha ottenuto un altro secondo posto causa un'altra finale persa contro il Khemara davanti a 10.000 spettatori che gremivano gli spalti dello stadio nazionale.
Il cambio di nome non porta benissimo alla squadra della capitale che all'inizio del campionato aveva svoltato nuovamente con il nome di Phnom Penh United, più adatto alle origini geografiche della squadra ma che ancora una volta non ha dato i frutti sperati.
Il 2007 è segnato dal quarto cambio, scompare la parola United per far spazio ad Empire, dando l'impressione di essere sempre più la squadra del potere; e come per le annate precedenti, il cambio non è efficace, tanto che la squadra fa peggio arrivando terza in campionato.
Il 2008 è un anno tranquillo, si rimane con lo stesso precedente nome e guarda caso la squadra mete in bacheca il secondo titolo nazionale e la sua prima Hun Sen Cup (la coppa nazionale). IL campionato è stato dominato sin da subito e terminato con 6 punti di vantaggio, mentre la coppa è stata un pò più sofferta grazie all'1-0 con cui i coronati si sono sbarazzati del Preakh Khan Reach.


Il 2009 è l'anno del definitivo Phnom Penh Crown ma tanto per cambiare la squadra non riesce ad imporsi in campionato e viene anche eliminata nella AFC President's Cup nonostante una bella vittoria 3-1 sui bhutanesi dello Yeedzin. Arriva però la seconda vittoria consecutiva nella coppa nazionale dando il via a quella che sarà una squadra quasi imbattibile in patria.
Nel frattempo la massima divisione cambogiana viene sponsorizzata dalla Metfone, la compagnia telefonica locale e la finale è uno spettacolo sensazionale. Il Phnom Penh Crown riesce ad imporsi 4-3 sconfiggendo ancora una volta il Preakh Khan Reach; il titolo del 2010 è forse quello meno atteso, dato che la squadra aveva concluso la stagione regolare con un deludente quarto posto.
Il 2011 è sicuramente l'anno di maggior successo della società biancorossa che dopo aver conquistato il suo quarto titolo nazionale, ha ancora una volta la possibilità di partecipare alla President's Cup.
Ed a differenza delle volte precedenti la cavalcata è di quelle importanti: chiuso il primo girone al secondo posto, il Phnom Penh vince, davanti a Neftchi Kochkor e Yadanarbon, la seconda fase, accedendo alla finale da disputarsi contro Taiwan Power Company, formazione di Taipei Cinese.
Dopo una finale bellissima giocata in maniera meraviglisa da entrambe le squadre, saranno i cinesi a portare a casa la coppa, rendendo però gli onori delle armi ad una squadra mai così in alto nella propria storia.
Artefice di questa impresa è David Booth, tecnico inglese che ha girato in lungo e largo l'Indocina e con qualche esperienza nelle serie minori britanniche.


Nel 2013 è un altro tecnico europeo, lo svizzero Sam Schweingruber, ad assumere la guida della squadra. Nel primo anno non arriva nessun trofeo, ma nel 2014 arriva il quinto titolo in 12 anni di vita, regalando ai biancorossi il primato in patria.
Ora però ci sarà da conquistare qualcosa di più grande, quella AFC President's Cup sfuggita di mano qualche anno prima.


Matteo Maggio

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