mercoledì 30 dicembre 2015

LA SCELTA DI BELODEDICI

Nel calcio odierno, dove i giocatori si trasferiscono principalmente per soldi o al termine di laboriose trattative, la figura di Miodrag Belodedici sarebbe la classica mosca bianca.
Il perché va ricercato nella scelta da lui compiuta nel 1989, quando, pur di giocare per la squadra del suo cuore, mette a repentaglio la sua carriera e la sua libertà.
 

Nato a Socol in Romania nel 1964 da madre rumena e padre serbo, è proprio con i dettami di quest'ultima etnia che viene cresciuto ed educato, tanto da incominciare a parlare la lingua rumena solamente al termine della scuola elementare.

giovedì 17 dicembre 2015

DI CORSA CONTRO IL RAZZISMO

L'abolizione della schiavitù ha di fatto messo fine ad uno degli abomini peggiori dei quali si è macchiato il genere umano.
Tuttavia le privazioni e le angherie nei confronti degli ex schiavi sono continuati per anni, tanto che sembra quasi riduttivo parlare di loro come cittadini di "serie B".
Nel mondo sportivo le cose vanno nello stesso modo, considerato il fatto che molti paesi del Sudamerica vietano agli atleti di colore di gareggiare in qualsiasi disciplina.
Come sempre in questi casi occorre arrivare ad un punto di rottura e, come accade frequentemente, tocca al calcio  essere il veicolo per la risoluzione di tale triste situazione.
Proprio un calciatore di colore si impone alla cronache nei primi anni del XX secolo, in un paese come l'Uruguay da tutti riconosciuto come un esempio di integrazione e progresso sociale.
Il nome di tale autentico fenomeno è Isabelino Gradin, vero e proprio atleta a 360 gradi e personaggio leggendario per tutto il Sudamerica.
 
 
La sua famiglia è originaria del Lesotho e come molte altre beneficia del particolare e positivo ambiente di Montevideo per ricostruire una vita dignitosa dopo anni di sofferenze.

venerdì 11 dicembre 2015

IL MONDO DEGLI APODOS SUDAMERICANI


Sarà che i cognomi sono molto simili, sarà la forte ironia presente in quella zona, fatto sta che L'america delSud non solo sforna talenti calcistici in quantità industriale ma regala anche perle come i nomignoli o apodos dati ai calciatori. Anzi, si possono addirittura dividere per categoria:
Per esempio dal luogo di nascita, come Tevez, chiamato FUERTE APACHE come il barrio in cui è nato. Poi troviamo EL PAMPA Sosa, cresciuto nell'immensa foresta argentina, EL GRINGO (termine utilizzato in America Latina per chiamare stranieri con diversa cultura) Heinze e Ronaldinho, detto EL GAUCHO (abitante di una zona del Brasile).
Se per il popolo sei veramente un FENOMENO (Ronaldo, quello autentico) potrai essere eletto PRINCIPE (Milito o Francescoli) IMPERATORE (Adriano) o incoronato O'REI (Pelè). Con i capelli lunghi potresti diventare EL REY LEON (Batistuta).
Passando alla categoria O'ANIMAL (Edmundo) si parte con specie aggressive (EL TIGRE, EL LOBO, ESCORPION Higuita o EL MURCIELAGO Mista), gi animali da fattoria come EL POLLO Olivera, EL PATO Abbondancieri, EL PICHON Burdisso, EL BURRITO (asinello) Ortega e LA GALINA DE ORO Maxi Lopez. Da ricordare anche EL MONO (Scimmia) Burgos. Attenzione! Tra questi animali è facile trovare qualche PIOJO o PULGA! (pidocchio o pulce, Claudio Lopez e Messi)


                                                           ( "El Mono" German Burgos)
 
Per gli amanti dei cartoon troviamo EL KUN Aguero (derivnte da KUM KUM, un personaggio manga) BAM BAM Zamorano, EL CHAHA (dalla somiglianza alla maga di un cartone animato, Chachavacha) Forlan e LA BRUJITA (streghetta) Veron.

mercoledì 9 dicembre 2015

EL ZARAGOZA VA A GANAR

Quando non si hanno a disposizione grandi campioni o presunti tali, l'unica strategia per vincere è quella di puntare su di un coeso e valido gruppo, mettendo a capo dello stesso un allenatore capace e carismatico. 
Molte volte tali parametri hanno avuto la meglio sul blasone ed il valore sulla carta altrui, ribaltando in pieno i troppo facili pronostici della vigilia.
L'edizione 1994/1995 della Coppa delle Coppe rientra in pieno in tale casistica, proprio perché a vincerla è una squadra in apparenza inferiore alle avversarie, ma superiore per spirito ed organizzazione tattica.
Guidata in panchina da Victor Fernandez, il  ottiene il trofeo più importante della sua storia, con un apice finale davvero particolare.


L'allenatore sfrutta al meglio gli anni passati alla guida della squadra della sua città, per implementare un sistema di gioco sulla carta semplice ma molto efficace.

venerdì 4 dicembre 2015

CURIOSIDAD: CLUB SPORTIVO ITALIANO

Anni '50. Il futuro, nell'Italia del dopoguerra è più grigio che mai. Tempo di far le valigie, partire verso l'America, verso i sogni di felicità e successo. Una delle mete favorite? Argentina, Buenos Aires. Migliaia di persone partirono per il "nuovo mondo" portandosi non solo la classica valigia di cartone ma anche la passione più grande... il calcio.
Ed è proprio a Buenos Aires, nel distretto di "La Matanza" che la storia del Club Sportivo Italiano ha inizio. Durante un torneo chiamato "Fernet CUP" si decise di riunire tutti i migliori giocatori (tutti italiani, ovviamente) e di formare una squadra sola, l'Associazione del calcio Italiano in Argentina (A.C.I.A). E' il 1955 e Pasquale Centrone è il presidente della prima squadra di italiani in terra Argentina.
 

 
Il colore della divisa? Che domande... Bianco, verde e rosso, sostituiti poi negli anni dalla classica maglia azzurra della Nazionale ma con richiami costanti al Tricolore.

mercoledì 2 dicembre 2015

EL LOCO HOUSEMAN

La storia del calcio è colma di calciatori che solo sporadicamente o parzialmente hanno messo in mostra concretamente il talento che madre natura ha donato loro.
Molti di questi campioni hanno pagato una personalità troppo fragile per imporsi ad alti livelli o, al contrario, si sono persi nel momento migliore della carriera, pagando un carattere difficile ed intransigente.
In Argentina di fronte a giocatori dal temperamento particolare ed imprevedibile si usa il termine Loco, vezzeggiativo che identifica molti personaggi che hanno fatto comunque la storia del calcio sudamericano.
Uno di questi è sicuramente René Houseman, in assoluto una delle ali più forti di tutti i tempi ed autentico incubo per qualsiasi difesa negli anni '70.


Nato a La Banda nel 1953, Houseman cresce calcisticamente nei Defensores de Belgrano, dove viene immediatamente notato dall'Huracan, che lo acquista nel 1973.