venerdì 29 aprile 2016

FAIR PLAY PLEASE





















I calciatori ci hanno ormai abituato ad ogni espediente o comportamento poco leale per ottenere vantaggi dal direttore di gara: simulazioni, proteste esagerate e perfino aggressioni fisico/verbali sono all'ordine del giorno, lasciando ogni principio sportivo e cavalleresco ad altri contesti.
Per trovare esempi di lealtà occorre andare indietro nel tempo, quando davvero una partita di
calcio poteva essere chiamata "un leale confronto tra gentiluomini".
Il 14 febbraio 1914 la Juventus gioca un importante match di campionato contro la U.S. MIlanese quando Lorenzo Valerio Bona entra in contatto nell'area di rigore avversaria con un difensore meneghino.
L'arbitro Goetzloff decreta il calcio di rigore, tra le proteste dei calciatori e del pubblico di casa. Sul dischetto si porta proprio Bona, con un'espressione poco convinta; il direttore di gara, forse dubbioso della decisione presa, chiede al giocatore juventino se il presunto fallo fosse o meno da calcio di rigore.
Bona, forse anche per togliersi un peso, ammette di non aver subito alcun fallo, anzi, confessa di essere stato lui a travolgere l'avversario.
Goetzloff ritorna sui propri passi ed il match riprende con una punizione a favore dell'U.S. Milanese.
Per la cronaca la partita termina a reti inviolate, rendendo il gesto di Bona davvero decisivo, oltre che un raro esempio di sportività e di straordinaria onestà.
Possiamo solo immaginare come certi beceri tifosi potrebbero reagire se un simile comportamento, tenuto ai nostri giorni, priverebbe la loro amata squadra di una vittoria.


Giovanni Fasani

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