sabato 9 luglio 2016

TUNISIA 2004

Il calcio in Tunisia ha sempre avuto un'importanza ed una diffusione notevoli, soprattutto dopo l'ottima figura ai Mondiali del 1978, quando la nazionale allenata da Abdelmajid Chetali ottenne la prima storica vittoria di una formazione africana in un fase finale di un Mondiale (come descritto in un nostro precedente articolo).
Da quel momento la rappresentativa tunisina ha faticato a confermarsi a tali livelli, fallendo anche in più di un'occasione la qualificazione alla Coppa d'Africa.
Da tale situazione di difficoltà Le aquile di Cartagine riescono a riemergere solo alla fine degli anni '90, quando una nuova generazione di calciatori permette alla squadra nordafricana di arrivare seconda nella Coppa d'Africa del 1996 e di partecipare a tre edizioni consecutive del Mondiale (dal 1998 al 2006).
L'apice però viene toccato nel 2004, quando la Tunisia vince per la prima volta la Coppa d'Africa, torneo da essa stessa ospitato.  
 
 
Artefice di tale successo è l'allenatore francese Roger Lemerre, campione d'Europa con la Francia nel 2000, ed in assoluto il primo allenatore ad aver vinto sia un Europeo che una Coppa d'Africa.
Lemerre, in carica dal 2002, conosce perfettamente la rosa a sua disposizione, così come è conscio che l'occasione di vincere davanti al proprio pubblico è davvero invitante.
Per farlo si affida ad un gruppo di giocatori di buona esperienza, che nel tempo si sono fatti apprezzare anche in diversi campionati europei.
Il "Vecchio Continente" ha infatti iniziato ad interessarsi dei talenti dal campionato tunisino, in virtù dei buoni risultati ottenuti dalla nazionale, permettendo a molti di essi di fare un decisivo salto di qualità.
Il commissario tecnico francese schiera la squadra con un 4-3-1-2, che in alcuni casi può diventare un classico 4-4-2, nel caso decida di rinunciare al trequartista.
 

Tra i pali l'esperto Ali Boumnijel, portiere di 38 anni considerato una vera e propria istituzione in patria. A dispetto dell'età è ancora un estremo difensore agile ed in grado di garantire la giusta sicurezza a tutto il reparto.
Il leader difensivo Khaled Badra, centrale dal grande fisico e dall'ottima intelligenza tattica, con un passato anche nel Genoa quando Franco Scoglio lo considerava uno dei centrali più forti del mondo.


La sua esperienza unita alla grande sicurezza in ogni intervento lo eleggono capitano della squadra ed anche un riferimento costante per la costruzione della manovra.
Accanto a lui gioca preferibilmente Radhi Ben Abdelmajid Jaïdi, con Karim Saidi preziosa alternativa. Entrambi molto forti fisicamente, hanno tratto nel tempo profitto dalle esperienze nei campionati europei, colmando al meglio certe iniziali lacune tattiche.
Sulle fasce Lemerre vuole esterni bassi che sappiano spingere con buona continuità ma che, al tempo stesso, sappiano garantire la giusta copertura, permettendo alla linea difensiva di essere sempre schierata a 4 in fase di non possesso.
Come esterno destro predilige Karim Haggui, giocatore molto giovane, ma assai disciplinato tatticamente.
Il tecnico francese concede poco spazio a Hatem Trabelsi, giocatore devastante in fase di spinta, ma molto meno accorto dal punto di vista difensivo. Lemerre preferisce schierarlo a partita in corso, per sfruttare in pieno e nel momento giusto il suo micidiale spunto.
Sulla corsia di sinistra schiera alternativamente Anis Ayari o José Clayton (brasiliano naturalizzato tunisino), entrambi in grado di svolgere ottimamente il ruolo a tutto campo richiesto dal tecnico.
Nello schema indicato  vengono impiegati tre giocatori con il duplice compito di fungere da diga  davanti alla difesa e di garantire il giusto equilibrio tra i reparti. Jawhar MnariMehdi Nafti e Adel Chedli rispondono in pieno a tali requisiti, partecipando inoltre alla fase offensiva con tempestivi inserimenti, favoriti dai cross degli esterni e dai continui movimenti delle due punte.
Riadh Ben Khemais Bouazizi rappresenta molto di più di un'alternativa ai tre citati, potendo anche essere schierato con loro nel caso di un centrocampo a 4.
Nel caso si optasse per soluzioni tattiche diverse (4-4-2 o 4-2-3-1) il tecnico ha a disposizione Mohamed Jedidi come esterno destro offensivo e Imed Mhadhebi, esterno sinistro con un passato nel Genoa.
Lemerre crede molto nel talento di Selim Benachour, giocatore dai grandi mezzi tecnici in grado di trovare con buona facilità la giocata personale o l'illuminante passaggio per i compagni. L'averlo disciplinato tatticamente, al di là di qualche inevitabile pausa, rappresenta uno dei meriti maggiori dell'allenatore transalpino.
Un suo possibile sostituto può essere Kaies Ghodhbane, centrocampista meno appariscente del compagno, ma dotato di buoni fondamentali tecnici.
Davanti la coppia titolare è composta Ziad Jaziri, giocatore veloce e potente e da Francileudo dos Santos Silva, altro giocatore brasiliano naturalizzato, in possesso di ottima tecnica e di un notevole senso del gol.
La loro arma principale è quella di non dare mai punti di riferimento, grazie al continuo movimento ed alla grande velocità. Più strutturato fisicamente è Najeh Braham, attaccante molto abile nel gioco aereo, ma altresì dotato di buono spunto.
La Tunisia viene inserita nel Gruppo A con Guinea, Congo RD e Ruanda.
L'esordio avviene proprio con quest'ultima e si dimostra meno facile del previsto: dopo appena 5 minuti Jaziri porta in vantaggio la Tunisia, ma al 36' una perfetta punizione di Elias regala il pareggio al Ruana.
Nel secondo tempo ci pensa Santos Silva, con un guizzo sugli sviluppi di un calcio di punizione, a regalare la vittoria alla formazione tunisina.


La prestazione della squadra di Lemerre non è brillantissima e come se non bastasse nel finale di gara arriva l'espulsione di Benachour, che lo rende indisponibile per la successiva partita con il Congo.
Per tale incontro il commissario tecnico francese parte con il 4-2-3-1, dando fiducia in tal senso a Jedidi, Mhadhebi e Ghodhbane in cabina di regia.
L'infortunio di Jedidi dopo pochi minuti costringe il tecnico a cambiare modulo, inserendo Santos Silva per passare ad un modulo a due punte.
Tale mossa "forzata" si rivela vincente in quanto il giocatore di origine brasiliana realizza una bella doppietta nel secondo tempo, intervallata dal gol di Braham.


Decisivo anche l'ingresso di Trabelsi, che con le sue accelerazioni sulla fascia destra mette in crisi la difesa congolese, contribuendo in larga misura al 3-0 finale.
Nel terzo ed ultimo incontro del girone contro la Guinea Lemerre cambia nuovamente formazione, dando spazio a giocatori sinora mai utilizzati, come il secondo portiere Khaled Azaiez ed il terzino Alaeddine Yahia.
Il match termina con un utile 1-1, che consente ad entrambe di passare il turno ed alla Tunisia di guadagnare il primo posto nel raggruppamento.
Quest'ultima passa in vantaggio con una fantastica azione personale di Benachour, vanificata nel finale di gara da uno svarione difensivo che consente a Titi Camara di trovare il pareggio.
Nei quarti l'avversario da battere è il Senegal, al tempo una delle migliori squadre del continente, in virtù dell'ottimo Mondiale disputato nel 2002 e della finale raggiunta in Coppa d'Africa nello stesso anno.
La squadra allenata da Guy Stephan è imbattuta nella manifestazione, ma nel proprio girone si è vista sorpassata dal Mali. Tuttavia El Hadji Diouf, Papa Bouba Diop ed Henry Camara sono elementi in grado di fare la differenza a livello continentale.
Lemerre torna al caro 4-3-1-2, grazie al rientro di Benachour, che consente alla squadra di presentarsi con il modulo tattico prediletto e più affidabile.
La Tunisia ha la meglio per 1-0, al termine di una gara tesa ed equilibrata, sbloccata da un bel colpo di testa di Mnari dopo una spettacolare rovesciata di Jaziri.


In semifinale ad attendere Badra e compagni c'è la Nigeria, un'altra favorita per la vittoria finale, uscita vincente da un quarto di finale molto duro contro il Camerun.
Lemerre teme moltissimo il bagaglio tecnico delle Super Eagles, trascinate dal sempre imprevedibile Jay-Jay Okocha.
Proprio quest'ultimo sblocca la gara al 63' su calcio di rigore (battuto 2 volte per interruzione della rincorsa) gettando il pubblico dello Stadio 7 Novembre di Rades nella disperazione.
A 9 minuti dalla fine un fallo sullo scatenato Jaziri viene punito con un altro calcio di rigore, questa volta trasformato con freddezza dal capitano Badra.
I tempi regolamentari ed i successivi supplementari terminano sull'1-1 e sono quindi necessari i calcio di rigore.
Boumnijel para il secondo rigore nigeriano calciato da Odemwingie, mentre Badra, Santos Silva, Mhadhebi (inserito nei supplementari per calciare il rigore), Benachour e Haggui realizzano con freddezza, garantendo alle Aquile di Cartagine l'accesso alla finale.
L'avversario da affrontare è il Marocco, altro grande protagonista del torneo, avendo battuto nei quarti di finale l'Algeria (3-1) e nei quarti di finale il Mali (4-0).
La squadra allenata da Zaki Badou ha nelle magie di  Youssouf Hadji la sua arma migliore, in una rosa che può comunque contare sui gol del giovane Chamakh e del centrocampista Mokhtari, nonché su di una difesa affidabile guidata da Naybet.
La sfida con la Nigeria ha lasciato un sapore amaro per via della squalifica di Badra, a causa dell'ammonizione ricevuta nella suddetta semifinale.
L'assenza del centrale difensivo sembra essere una tegola pesante per Lemerre, che decide di sostituirlo spostando Haggui in mezzo alla difesa ed inserendo Trabelsi come terzino destro.
La Tunisia parte come meglio non si potrebbe, passando in vantaggio al 5' minuto con Santos Silva, salvo essere raggiunta al 38' da Mokhtari.
Gli uomini di Lemerre giocano un eccelso secondo tempo trovando il gol del definitivo sorpasso al 52' con Jaziri.


La squadra gestisce al meglio il concitato finale, trovando ancora la rete con lo stesso Jaziri, ingiustamente annullata per fuorigioco.
Il 2-1 finale manda in estasi il pubblico di Rades e consente alla Tunisia di iscrivere il proprio nome nell'albo d'oro della competizione continentale.
Un attacco in gran forma (Santos Silva è uno dei capocannonieri), un gioco pratico, ma al tempo stesso fantasioso ed una grande solidità difensiva hanno permesso alle Aquile di spiccare il volo per la prima volta.


Giovanni Fasani

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