mercoledì 27 gennaio 2016

OMAR CORBATTA

Il talento naturale è uno splendido e prezioso dono che madre natura assegna senza un apparente senso logico, andando a rendere speciale qualsiasi tipo di personaggio e di personalità.
Quando a tali doti si accompagna la giusta professionalità ed il corretto atteggiamento il risultato ottenuto è quello di una grande fuoriclasse.
Altre volte a beneficiare di doti fuori dalla norma sono personaggi “particolari”, in grado di utilizzare solo in parte le proprie abilità, dissipando in prima persona la possibilità di entrare nella storia del calcio.
L’elenco per entrambe le casistiche sarebbe lunghissimo, ma non vi è dubbio che nel secondo in questione è possibile fare la conoscenza di calciatori davvero unici e pittoreschi.
Tra atteggiamenti sbagliati e comportamenti fortemente controtendenza, potenziali fenomeni danno per scontato il loro fenomenale talento, arrivando ad utilizzarne pigramente solo una minima percentuale.
Talvolta la loro carriera arriva ad un certo punto ad essere brillantissima, salvo assumere dopo poco tempo la forma di una triste parabola discendente.
Un caso su tutti è quello di Omar Corbatta, ala destra talmente forte da essere paragonato al celebre Garrincha, del quale, ahimè, ha replicato in maggior misura gli eccessi e le dipendenze al di fuori del rettangolo di gioco.
 
 
Le sue qualità vengono subito notate nella natìa La Plata, dove l’Estudiantes non esita un secondo a mettere sotto contratto un ragazzino piccolo e gracile, dotato però di uno spunto e di una tecnica che lo rendono realmente immarcabile.

martedì 19 gennaio 2016

STEAUA BUCAREST 1988/1989

Il 29 maggio 1989 il Milan di Arrigo Sacchi vince la sua terza Coppa dei Campioni nel contesto tutto rossonero del Camp Nou. La squadra milanese impone a tutta Europa il suo strapotere, grazie alle presenza di grandissimi campioni ed alla idee rivoluzionarie e perfettamente applicate sul campo del suo allenatore.
La squadra aveva in precedenza incantato tutti, in semifinale, dove il celebrato Real Madrid venne annichilito a San Siro con un clamoroso 5-0.
Per molti l’atto finale, terminato 4-0 per la squadra rossonera, viene ora ritenuto una semplice formalità, alla luce della superiorità evidente del Milan e della scarsa considerazione attribuita all’avversario in questione: la Steaua Bucarest.
Se da un lato non vi sono dubbi sul ritenere la compagine di Sacchi la più forte del periodo, dall’altro non vanno sminuiti i valori ed i calciatori che compongono l’undici rumeno nella suddetta competizione.
I Ros-Albastrii sono in un ottimo momento della loro storia calcistica, avendo vinto la massima competizione europea nel 1986 ed avendo raggiunto la finale nel 1989.
La squadra allenata da Anghel Iordanescu è composta da eccelsi talenti, probabilmente tra i migliori calciatori mai transitati in quel di Bucarest, perfettamente messi in campo dal tecnico di Iasi in un versatile 4-4-2, variabile a seconda degli interpreti in un 4-2-2-2 o in un 4-3-1-2.

 
Dalla metà campo in su la squadra è sempre perfettamente bilanciata, potendo contare sulla sagacia tattica di calciatori esperti e molto funzionali al ruolo di contenimento.

mercoledì 13 gennaio 2016

UN GOL PER L'AFRICA

I cambiamenti relativi alle norme di tesseramento di giocatori stranieri hanno permesso alle squadre europee di entrare in contatto con calciatori provenienti da tutto il mondo, anche da realtà lontane non solo dal punto di vista calcistico.
Particolarmente intenso è l'interesse creatosi verso il continente africano, diventato nel bene e nel male terra di conquista per più di una società europea: si parla infatti di una sorta di "neocolonialismo", laddove le risorse da accaparrarsi sono i fulgidi talenti che l'Africa ci regala con straordinaria continuità.
Tale fenomeno si è intensificato negli ultimi anni, sostituendosi ad un stantio e grossolano senso di diffidenza verso i giocatori provenienti da tale splendida terra.
Negli anni '80 l'Ascoli sorprende tutti ingaggiando François Zahoui, il primo giocatore africano nella storia del campionato italiano. Come tutti sappiamo l'avventura in Italia del pur bravo attaccante ivoriano è finita presto e senza soddisfazioni, rallentando di molto ogni futuro interesse verso i calciatori africani.
Nel 1992 però il Pescara rompe questa sorta di tabù acquistando dal campionato francese un apprezzabile difensore centrale senegalese, colonna della sua nazionale e molto apprezzato dai tifosi del Monaco.
L'arrivo in Abruzzo di Roger Mendy, seppur passato in secondo piano ai nostri giorni, resta un punto di svolta nella nostra cultura calcistica e rappresenta anche un fatto storico/statistico importantissimo.


La crescita calcistica del giocatore africano avviene in patria nel Jeanne d’Arc, squadra della capitale Dakar dove è nato ne 1960.

venerdì 8 gennaio 2016

LA TRIPLETTA DI CORNACCHIA

La realizzazione di quella che in Italia chiamiamo "tripletta" rappresenta un fatto statisticamente sporadico e di solito compiuto da un attaccante o da un giocatore impiegato in un ruolo offensivo.
In Inghilterra il fortunato realizzatore di un hat-trick guadagna come premio il pallone della partita firmato da tutti i calciatori, a dimostrazione dell'importanza e della difficoltà di tale evento.
Ancora più inusuale è quando a realizzare tre gol non è il classico bomber di turno, ma un difensore.
Se limitiamo la ricerca al solo campionato italiano vengono alla mente le tre straordinarie punizioni realizzate da Siniša Mihajlović il 13 dicembre del 1998 in un Lazio-Sampdoria 5-2.
Delimitando la nostra analisi ai soli gol su azione ed andando indietro nel tempo potremmo citare le tre reti segnate dal terzino Eraldo Mancin in un Cagliari-Verona 4-1 della stagione 1970/1971.
A tali straordinari ricordi ne possiamo infine ricordare un altro, che si differenzia per il fatto che la tripletta in questione viene realizzata in soli 13 minuti.
Protagonista di tale prodezza è il difensore Carlo Cornacchia, che il 12 aprile 1991 realizza dal 74' all'87' minuto tale indimenticabile quanto singolare tris.


Tutto questo avviene nell'ambito di una partita particolare, terminata con l'altrettanto particolare punteggio di 4-4. Il match in questione è Atalanta-Foggia, partita valevole per il ventottesimo turno del campionato 1991/1992: a 16 minuti dalla fine la squadra pugliese, allenata da Zdenek Zeman, è in vantaggio per 4-1, dopo una partita dove il gioco di matrice offensiva del boemo ha avuto fino a quel momento la meglio sulla difesa orobica.

mercoledì 6 gennaio 2016

GOL A COLPI DI CANNONE

Nello  sterminato e qualitativamente rilevante panorama calcistico sudamericano, il Perù merita sicuramente un posto di riguardo, grazie alla qualità del suo calcio ed alla serie infinita di talenti prodotti.
Nel corso del tempo la nazionale peruviana ha messo in luce autentiche generazioni di campioni, che hanno portato la stessa ad apici al momento difficilmente ripetibili.
In un nostro precedente articolo abbiamo raccontato di come fuoriclasse quali Cubillas e Chumpitaz abbiano trascinato la Blanquirroja ad uno storico bis in Copa America nel 1975.
La seconda vittoria del Perù nella massima competizione sudamericana arriva 36 anni dopo la prima leggendaria affermazione della rappresentativa andina, ottenuta anch'essa grazie alla prodezze di autentici campioni.
Uno di questi, assoluto mito in patria, risponde al nome di Teodoro "Lolo" Fernandez, mattatore della suddetta Copa America e formidabile realizzatore con la maglia dell'Universitario.
 

La sua crescita calcistica avviene nell'Huracan de Hualcare dove apprende i primi dettami del ruolo di attaccante, prima di essere notato e tesserato dai dirigenti dei Los Cremas.